L’abusivismo dei politici a Bagheria

Un tempo per la raccolta di figurine serviva un album, oggi bastano mura, lampioni, cassonetti per la differenziata e similari. I calciatori vengono sostituiti dai candidati all’elezione di turno, e il gioco è fatto. Le enigmatiche facce dei possibili deputati sbucano da ogni angolo, i loro occhi ti fissano, i loro slogan talvolta ti imbarazzano. Certo, il problema non sono le loro fattezze o i loro tratti fisionomici, piuttosto la monnezza, che passata la tornata elettorale, resterà appesa dappertutto vita natural durante. E’ innegabile che la propaganda sia uno strumento fondamentale, indispensabile per chi si affacci al mondo della politica, ma è inaccettabile che per ottenere qualche voto si imbratti una città, che già di per sé non è il massimo della pulizia. L’esistenza di spazi appositi per manifesti e cartelloni elettorali è garantita dalla legge, che prevede il pagamento di una tassa specifica, che tra le altre cose dovrebbe garantire anche qualche entrata al comune. Bagheria è però storicamente territorio fertile per ogni genere di abusivismo. Facendo attenzione potreste notare resti risalenti ad che equipe di archeologici farebbero fatica a datare persino con il metodo del carbonio 14. Paradossale che, magari, gli stessi candidati inneggino al rispetto dell’ambiente, quando tra carta sprecata e sporcizia creata riescono già a smentire le promesse. Rispetto è una parola importante, un atto di fede verso l’elettore, troppe volte calpestato e deriso. Un altro dubbio, legittimo direi, è legato alla volontà di non liberarsi di mezzi obsoleti e deleteri, nell’era della comunicazione web, rapida, veloce e pulita. Intanto noi del Grillo di Bagheria possiamo assicurarvi che i candidati del MoVimento 5 Stelle, presenti e futuri, risparmieranno gli spazi pubblici da questo scempio.
di Marco Maggiore
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