Perché Bagheria non ha bisogno di un Canile, l’alternativa: Il Parco Canile

Con la legge regionale n°15 del 03 luglio 2000 relativa all’istituzione dell’anagrafe canina e comprendente norme per la tutela degli animali da affezione e la prevenzione del randagismo, la Regione Siciliana ha recepito i principi e gli indirizzi enunciati dalla legge quadro nazionale n°281 del 14 agosto 1991 in materia.

Tra le norme particolare rilievo acquista l’art. 11 che prevede l’istituzione del rifugio sanitario pubblico, inteso come un luogo atto al ricovero dei cani e dei gatti e attrezzato con sala operatoria, ambulatorio e locali di degenza per il controllo dei cani e dei gatti catturati, la loro eventuale sterilizzazione nonché la cura di animali ammalati. E’ prevista anche l’istituzione del rifugio per il ricovero inteso come luogo atto alla temporanea permanenza di cani e gatti.

Progettare un canile e’ un lavoro molto particolare, in quanto bisogna saper coniugare la conoscenza comportamentale dell’animale, sia del singolo che in branco, con le esigenze tecnico costruttive di un vero e proprio “ sistema” di gestione.

Uno studioso zoofilo italiano, fondatore della zooantropologia, Roberto Marchesini, ha ideato una nuova struttura, il ‘parco-canile’ che, come dice il nome, unisce alle capacità di ricovero dei canili previsti dalla legge l’aspetto e i vantaggi di un parco verde. Un canile con intorno alberi, verde, fiori e aiuole, profumato, è piacevole da visitare.  Il parco canile svolgerebbe quindi il ruolo di un’efficiente struttura sanitaria per il territorio, oltre a essere un punto di ricovero, soggiorno e cura degli animali; il benessere degli animali è pensato e coniugato con la possibilità di rendere le visite degli utenti piacevoli e rilassanti.

 

Perché non un canile, ma il parco-canile?   

Molti comuni sono incapaci di gestire il randagismo e  appaltano a privati la gestione del canile, pagando una diaria che varia dai 2 ai 5-7 euro giornalieri per cane, un giro di denaro che si aggira intorno ai 500 milioni di euro all’anno. Un canile con 1000 cani può arrivare ad aggiudicarsi un appalto di 2,5 milioni di euro. Persone senza scrupoli, attirate dalla possibilità di accumulare molto denaro con pochi rischi, hanno costruito sulla gestione dei canili un business. Lasciati operare da istituzioni compiacenti, lucrano sulle sovvenzioni pubbliche raccogliendo centinaia di cani e relegandoli in strutture inadatte dove vivono in spazi angusti e sovraffollati, denutriti e in condizioni sanitarie inadeguate. I controlli sono carenti, i maltrattamenti all’ordine del giorno, le malattie dilagano, la mortalità supera anche il 50% entro il primo anno di ricovero.

Il parco canile invece è una precisa scelta circa le caratteristiche strutturali e gestionali del futuro ricovero

per cani e rappresenta una evidente inversione di tendenza, concepito inoltre per essere una struttura pienamente fruibile dalla cittadinanza di ogni età, un luogo in cui passare piacevoli momenti di relax.

 

Il canile non può essere più una desolata struttura in cemento, né un complesso in batteria ma un luogo in

cui prati e alberi prevalgano sul costruito.

Un parco canile “tipo” oltre alle strutture tipiche di un canile deve comprendere:

• strutture destinate al pubblico con la funzione di collettore culturale per il parco: audiovisivi, libri, mostre, programmi di educazione scolastica alla natura e al rapporto con gli animali.

• parco giochi tematico per i bambini più piccoli

• area per spettacoli di agilità, mostre canine

• tolettatura

• area per educazione/ recupero cani aggressivi

• clinica veterinaria

• pensione/asilo (per cani)
• servizio di cremazioni animali• servizio funerario animali deceduti

 

Tale approccio di progetto nasce dall’esigenza di superare la concezione e l’attuale realtà dei canili come luoghi di segregazione -separazione e si basa inoltre sui seguenti presupposti:

• Rispetto delle esigenze etologiche della specie

• Assicurare ai cani l’indispensabile movimento, varietà e socializzazione al fine di evitare una vita alienante senza che ciò comporti un costante e massiccio lavoro dell’uomo

• Facilitazione e razionalizzazione delle operazioni degli addetti (pulizie, abbeveramenti, alimentazione)

• Piacevolezza del canile in modo da invogliare la sua frequentazione e quindi favorire le adozioni

• Massima possibilità di variazione nell’aggregazione degli alloggi e modularità della struttura

• Progetto moderno ed evoluto che riesca ad essere economicamente competitivo

 

A tutt’oggi il visitatore viene scoraggiato dal frequentare il canile che risulta un luogo fangoso nei mesi invernali, assolato nei mesi estivi spesso puzzolente, sporco, innaturale per non dire di peggio. Non più canili-capannoni né tettoie e gabbie gelide o roventi.

 

L’organizzazione funzionale di queste strutture dovrebbe prevedere pertanto anche il soddisfacimento dei bisogni psicologici; infatti la loro gestione deve prevedere un aspetto che può sembrare non importante o di secondaria importanza: il bisogno dell’affetto dell’uomo.

In realtà questo bisogno è di natura primaria. Nei cani, per esempio, il bisogno di contatto con l’uomo è un’esigenza molto forte che può pregiudicare in modo grave il benessere psicologico del soggetto.

Il progetto di realizzazione di un parco-canile potrebbe usufruire di una partecipazione mista (pubblico, privato e terzo settore), coinvolgendo nella realizzazione sponsor e co-organizzatori che possano trovare nell’intrapreso un ritorno di immagine. Per esempio la cartellonistica, le strutture di percorso, le piante, le panchine possono diventare un veicolo pubblicitario per imprese private e associazioni produttive. Il progetto del parco canile si presta moltissimo a diventare un motore di sinergie: l’importante è considerarlo come uno strumento di comunicazione e non come una struttura marginale.

 

All’interno del parco canile i vivaisti possono pubblicizzare le loro piante, le associazioni dei coltivatori dare il loro contributo e reclamizzare la loro presenza, le banche e le assicurazioni possono esprimere concretamente il loro impegno per la salvaguardia dell’ambiente, le strutture veterinarie possono usufruire del contributo delle industrie farmaceutiche e dei produttori di alimenti per animali. La possibilità di fruire di toilettatura, addestramento degli animali e dei proprietari e di pet-teraphy con personale qualificato porterebbero assieme a tutti gli altri servizi aggregati, risorse alla gestione del canile. I servizi a pagamento serviranno quindi a rendere il canile il più possibile autosufficiente economicamente in modo da produrre reddito ed occupazione.

 

 

 

In sostanza, per costruire un parco canile è necessario prima di tutto realizzare un progetto e implementare le sinergie per portarlo a compimento. Questo consente di abbattere notevolmente l’impegno pubblico e di creare un ambiente piacevole sotto tutti i profili.

 

Il parco canile non è una struttura enfatica, è semplicemente la somma di due progetti, il parco e il canile,

l’integrazione di queste due realtà per uno scopo ben preciso: l’adozione dei cani, il turn over degli animali.

La funzione primaria del canile è quella di curare tutti quegli aspetti che facilitano l’adozione dell’animale.

Per questo l’aspetto esteriore del canile e la cura dei soggetti sono un fattore importante ed è funzionale a trovare all’animale una persona disposta ad adottarlo. Un cane sano dal punto di vista psicologico sarà anche più facilmente adottabile.

Nel controllo della gestione, di particolare importanza è senza dubbio la scelta degli operatori del canile. A oggi è necessario affermare che per creare un ‘parco-canile’ efficiente e moderno e gestirlo in modo corretto, è necessario una grande dedizione nei confronti di questi animali, una grande preparazione professionale, e soprattutto la volontà di fare bene. A tal fine andrebbero organizzate,in sinergia con le amministrazioni comunali e le Asl, programmi di educazione sanitaria e animalisti nelle scuole, perché l’obiettivo di tutte le Associazioni che operano sul territoro è il benessere degli animali nelle società umana e per far questo bisogna partire dalle scuole, dai giovani.

Chiudo con il pensiero di uno scrittore animalista affinché questo faccia pensare un po’ tutti.

 

Il cane resta accanto al padrone nella prosperità e nella povertà, nella salute e nella malattia.

Pur di stare al suo fianco dorme sul terreno gelido quando soffiano i venti invernali e cade la neve.

Bacia la mano che non ha cibo da offrirgli, lecca le ferite e le piaghe causate dallo scontro con la rudezza

del mondo.

Veglia sul sonno di un povero come se fosse un principe.”

 

A cura di Daniele Puleo 

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