Compostiamoci bene! 2.0

Dopo aver descritto i fenomeni biologici che stanno alla base della produzione del compost, quali rifiuti compostare ed i vantaggi ottenuti con questa pratica, entriamo nello specifico iniziando a parlare delle tecniche di compostaggio.

Per quanti non hanno ancora letto l’articolo precedente, vi invitiamo a farlo visitando il link http://www.ilgrillodibagheria.it/blog/2012/11/compostiamoci-bene/, e se non siete ancora convinti circa l’utilità di questa pratica, vi invitiamo a riflettere sul fatto che spesso paghiamo al fioraio circa 2,5 € per un sacco da 20 litri di terriccio universale, senza renderci conto che in casa gettiamo via kg di materiale organico. Basterebbe, invece, un pò di pazienza ed attesa e attraverso il compostaggio i nostri rifiuti organici si trasformeranno nel terriccio di cui abbiamo bisogno, ottimo e completamente gratuito. 


Come compostare

Esistono varie tecniche di compostaggio, alcune molto semplici altre più complesse ed innovative che non sempre riescono ad attuarsi efficacemente in ambiente domestico.

A seconda degli spazi esterni di cui dispone la nostra abitazione, il compostaggio in ambiente domestico può essere praticato in vari modi. Lo scopo da raggiungere è quello di accumulare i rifiuti organici in un ambiente umido e areato in modo tale da favorire i processi di biologici di decomposizione aerobica che stanno alla base della produzione del compost.

Se nella nostra abitazione disponiamo di un giardino, di sicuro il metodo più semplice di compostare è il compostaggio in cumulo. Esso si realizza semplicemente iniziando ad accumulare i rifiuti organici in un ammasso di forma piramidale o trapezia. Le dimensioni minime che il cumulo deve assumere perchè conservi le giuste condizioni di calore e umidità, sono indicativamente: altezza 80 cm – larghezza 100 cm – lunghezza 100 cm; sul materiale organico accumulato devono però mantenersi le giuste condizioni di umidità.

In alternativa si può realizzare una buca di compostaggio, in cui disporre e depositare i rifiuti. Per garantire il drenaggio e l’ossigenazione degli strati inferiori dei rifiuti accumulati, un buon consiglio è rappresentato dal disporre sul fondo della buca uno strato di ghiaia o di ramaglie. Per agevolare la circolazione dell’aria può essere opportuno rivestire le pareti della buca con rete metallica o assi di legno.

Le Compostiere

Se invece disponiamo di un cortile, di un terrazzo o di un balcone, occorre utilizzare una compostiera. In commercio esistono vari tipi di compostiere che partono da un costo medio di circa 50 € per quelle di dimensioni più contenute, fino ad arrivare a quelle più grandi che possono superare i 200 €. Oltre al coperchio superiore, queste ultime presentano diversi sportelli posizionati nella parte inferiore, allo scopo di prelevare dal basso il compost una volta giunto a maturazione. Inoltre possono presentare dei meccanismi per agevolare il rimescolamento dei rifiuti, ed una zona per la raccolta ed allontanamento dei liquidi che si formano durante la trasformazione del materiale organico ivi presente.

     

A tal proposito è utile sapere che il processo di decomposizione naturale della sostanza organica, comporta la formazione di acqua, e la progressiva diminuzione di volume dei rifiuti conferiti. Di conseguenza i rifiuti presenti nella compostiera ridurranno il loro volume fino a circa il 60% , quindi la compostiera si riempirà meno velocemente di quello che apparentemente sembra.

Una volta stabilito lo spazio a disposizione, è necessario capire qual è la grandezza che deve avere la nostra compostiera al fine di evitare che si riempia troppo in fretta, impedendoci di conferirvi altro materiale organico.

Le compostiere più piccole, adatte per esempio alla sistemazione in un balcone, e quando si dispone di poco spazio, hanno un diametro di circa 30 cm ed un’altezza di circa 60 cm, per un volume totale di circa 40-45 litri. Esse hanno il vantaggio di occupare poco spazio, ma la capienza limitata, comporta che si riempiano in tempi brevi. Questa fatto porta a concludere che queste compostiere risultano più adatte a nuclei familiari di 1-2 persone.

Quando invece abbiamo a che fare con famiglie più numerose, è opportuno dotarsi di una compostiera più grande. Le compostiere adatte a famiglie con più di 3 persone hanno generalmente un diametro che va da 40 cm fino ad arrivare anche al metro, per esempio nel caso di chi dispone di un ampio cortile. Una compostiera media, adatta ad un nucleo di 4 persone, ha un diametro di circa 50 cm ed un’altezza di circa 85 cm, per un volume totale di circa 110 litri. Essa, mediamente tende a riempirsi in un tempo stimabile di circa 6 mesi. In queste compostiere però la presenza di uno sportello inferiore, consente di prelevare via via il compost maturo dal basso, consentendo di riempirla senza soluzione di continuità.

Nella scelta della compostiera bisogna in ogni caso tener sempre presente lo spazio esterno a disposizione per allocarla e distanziarla opportunamente dai confini coi nostri vicini; non devono, infatti, essere collocate in adiacenza alle finestre delle abitazioni di terzi, in modo tale che la loro gestione non provochi la produzione di odori fastidiosi per le abitazioni più vicine.

In alternativa all’acquisto di una compostiera, è anche possibile realizzare da soli la propria compostiera, in modo semplice e senza affrontare grosse spese, conseguendo quindi anche un risparmio economico.

Bisogna tener presente che per essere efficiente, una compostiera deve permettere il passaggio costante di aria, un po’ di luce, il mantenimento del calore ed della giusta umidità e un buon drenaggio dell’acqua presente in eccesso.

Per esempio se disponiamo di un cortile o un terrazzo, è possibile realizzare una cassa di compostaggio. Essa prevede la disposizione del materiale in una cassa di legno, che prende uno spazio un po’ maggiore delle compostiere in commercio, ma permette un rivoltamento agevole del materiale; si può realizzare utilizzando una cassa di legno di dimensioni sufficienti ad accogliere via via i nostri rifiuti. La cassa deve avere delle fessure o buchi atti a garantire il passaggio dell’aria, ma ad evitare che fuoriescano i rifiuti o il compost. Per risolvere questo problema è possibile rivestire l’interno della cassa con una rete in plastica, geotesssuto o tessuto plastificato. Come consiglio a carattere generale è meglio evitare di esporre i rifiuti della compostiera alla luce diretta del sole d’estate e alle piogge invernali, quindi è opportuno dotare la cassa di un coperchio. Il coperchio può essere realizzato con un pannello di compensato o con un telo in plastica, unico accorgimento: ancoralo o contrappesarlo opportunamente, per evitare che venga portato via dal vento.

Altre compostiere fai-da-te possono realizzarsi con materiali comunemente reperibili in ferramenta o negozi che vendono materiale per agricoltura e giardinaggio.  Per esempio rivestendo con rete in plastica dei bidoni per rifiuti o dei bidoni che si utilizzano per i panni sporchi.

 

In alternativa si possono realizzare delle compostiere cilindriche sovrapponendo due pezzi di rete, una a maglia grande, ed una a maglia fine, avvolgendole su se stesse attorno ad una base di plastica realizzata ad esempio con un sottovaso in plastica di opportuno diametro.

Nel prossimo articolo sul compostaggio ci dedicheremo a pubblicare un tutorial dettagliato su come costruire in casa alcune compostiere fai-da-te, riportando passo passo tutte le istruzioni ed operazioni da seguire. Nel mentre però è opportuno approfondire prima le tecniche di compostaggio.

Tecniche di compostaggio

Per praticare correttamente il compostaggio domestico occorre rispettare alcune semplici regole:

  • La scelta del luogo adatto:  L’area dove si intende praticare il compostaggio deve essere vicina ed accessibile dalla nostra abitazione; deve essere non troppo esposta ai venti ed agli agenti atmosferici. Inoltre, come detto, è bene scegliere un’area che non arrechi disturbo ai vicini.
  • La miscela ideale: un buon equilibrio nutrizionale dei microrganismi responsabili del processo di trasformazione è dato dalla miscela di scarti umidi di cucina con quelli più secchi del giardino, come le ramaglie. Questo accorgimento permette di ottenere un substrato con caratteristiche chimico-fisiche ottimali per il buon andamento del processo. Inoltre è importante sminuzzare per quanto possibile il materiale organico, soprattutto gli elementi più grossi e voluminosi (rami, ortaggi interi, scorze di meloni ed angurie, pane raffermo, ecc.)
  • il controllo dell’umidità L’acqua è necessaria allo sviluppo dei microrganismi: Il tasso di umidità ottimale del cumulo deve essere intorno al 50 – 60%. Un eccessivo tenore idrico può condurre alla marcescenza del substrato, con problemi di cattivi odori; al contrario, un materiale troppo secco rallenta il processo di decomposizione, il quale può anche arrestarsi del tutto. La giusta umidità è garantita da:
    • una giusta miscela degli scarti, tra umidi e secchi;
    • un’adeguata porosità del materiale che permette la circolazione dell’aria;
    • l’eventuale copertura in periodi di piogge frequenti (non necessario in caso di compostiera con coperchio);
    • nella fase del processo in cui la temperatura aumenta si verifica il fenomeno dell’evaporazione: in tal caso potrebbe essere necessario ripristinare il giusto livello di umidità con annaffiature.
    • la giusta aerazione:  così come il tasso di umidità, anche la presenza di ossigeno é indispensabile alla vita dei microrganismi. Una buona aerazione genera una buona decomposizione dei materiali organici (sempre che anche gli altri parametri siano rispettati).
      Per contro, una cattiva aerazione darà inizio a dei processi anaerobici che produrranno cattivi odori. L’aerazione viene assicurata principalmente dai materiali strutturanti, come ad esempio le ramaglie spezzettate. I rivoltamenti sono indispensabili per ottenere una buona ossigenazione. Ogni rivoltamento rivitalizza il compost, dando un’ulteriore carica al processo biologico.
    • il controllo della temperatura: l’innalzamento della temperatura all’interno dell’ammasso dei rifiuti (50 – 60°C) conferma che le attività di decomposizione sono iniziate. Tale parametro indica che il processo è avviato e che i microrganismi lavorano con adeguati apporti di ossigeno e di umidità. Al termine di questa prima fase, la temperatura tende progressivamente a diminuire, fino ad attestarsi, nel compost maturo, su valori prossimi a quelli ambientali.

 

Lombrichi si? Lombrichi no?

Spesso parlando di compostaggio, si fa riferimento all’utilizzo di macrorganismi come vermi e lombrichi, al fine di realizzare il compost. Occorre precisare che per ottenere un buon compost, non è assolutamente necessario mettere dei lombrichi nella nostra compostiera. Infatti il processo biologico di trasformazione degli scarti in compost, avviene ad opera di microrganismi già presenti normalmente negli scarti organici, che in opportune condizioni ambientali cominciano a proliferare. La presenza dei lombrichi all’interno della nostra compostiera può fungere in realtà da catalizzatore della reazione, infatti essi, oltre a nutrirsi degli scarti, generano due effetti positivi sul compost, ovvero sulle loro feci proliferano i batteri che poi andranno a demolire la materia organica, ed inoltre il movimento dei lombrichi all’interno della massa da compostare, contribuisce al rimescolamento dei rifiuti, e quindi alla loro areazione. In conclusione la presenza dei lombrichi è gradita ma non indispensabile per la produzione del compost, esso infatti verrà prodotto anche in assenza di questi ultimi. Esiste in effetti una tecnica di compostaggio che si basa sull’uso dei lombrichi, e in luogo della compostiera utilizza la “lombricompostiera”, ovvero una compostiera specificatamente studiata per favorire l’azione dei lombrichi al proprio interno. In tale compostiera l’opera dei lombrichi velocizza la maturazione del compost, ma di sicuro è una tecnica che risulta più adatta per chi dispone di un giardino ed un cortile, non particolarmente consigliata per chi dispone di piccoli spazi esterni.

 Risoluzione problemi

Cattivi odori: Gli odori sgradevoli sono prodotti dalla mancanza di aerazione o da un eccesso di
materie umido. Se il cumulo dei rifiuti si compatta, i batteri che proliferano in questo ambiente anaerobio (assenza di ossigeno) producono un odore simile all’uovo marcio. Per evitare ciò è necessario rimescolare e rivoltare il cumulo. In caso è possibile incorporare materiali strutturanti come rametti e legnetti, oppure diminuire la quantità di acqua apportata.

Eccesso di percolato: Nei primi giorni successivi al deposito dei rifiuti all’interno della compostiera, e soprattutto in presenza di molti scarti umidi (frutta e verdure), si può riscontrare un’eccessiva espulsione di liquidi dal fondo della compostiera. Al fine di ridurre l’effetto, si deve lavorare per ridurre l’umidità dell’ammasso, a tal scopo, è necessario aggiungere più materiale secco e rimescolare, o qualche palettata di cenere, segatura o terriccio, con lo scopo di ridurre l’umidità.

Moscerini : La loro comparsa è di solito dovuta alla presenza di frutta non ancora decomposta: coprire il materiale con foglie ed erba oppure con un po’ di cenere o di argilla/terriccio. In ogni caso il fenomeno si manifesta solo inizialmente e tende a ridursi man mano che matura il compost.

Topi: Questi animali sono attirati dalla presenza di cibo: a tale scopo è necessario non esagerare nell’aggiunta di cibi cotti di origine animale e in ogni caso non lasciateli in superficie, ma mescolateli verso il fondo.

Lumache: L’ambiente caldo e umido può essere utilizzato dalle lumache, magari presenti negli scarti di verdure, per deporre le proprie uova. Per evitare di utilizzare un compost con le uova, che si presentano di forma sferica, chiara e riunite a grappoli, occorre cercare di eliminarle prima dell’uso del terriccio.

I tipi di compost

Il compost, a seconda delle diverse maturazioni, ha caratteristiche e utilizzi differenti.

Dopo 2 ÷ 4 mesi il compost è FRESCO, ricco di elementi nutritivi e poco stabile. È adatto per la concimazione autunnale dell’orto, mentre non deve assolutamente essere usato a diretto contatto delle radici.

Dopo 5 ÷ 7 mesi il compost è PRONTO, più stabile grazie alla minore attività biologica, può essere impiegato nell’orto e nel giardino prima della semina o del trapianto.

Dopo 10 ÷ 12 mesi il compost è MATURO; terminata la trasformazione biologica, il prodotto è stabile e adatto per il contatto diretto con le radici e con i semi. È indicato come terriccio per le piante da vaso e per le risemine dei prati. Quando il compost è giunto a maturazione si presenta come un terriccio soffice, scuro e poroso, con un gradevole odore di terriccio di bosco.

Il compost, una volta pronto, sarà utilizzato come ammendante per il suolo, si suggerisce comunque di setacciarlo prima dell’impiego. Può essere applicato semi-maturo all’inizio dell’inverno (esso continuerà lentamente la sua maturazione) o maturo all’inizio della primavera. Il compost può anche essere usato come pacciamante per circa 2 cm di spessore ai piedi di alcune piante dell’orto (pomodori, cetrioli, zucche, fragole,…). Nei trapianti di fiori e di arbusti come alternativa alle torbe, aiuta a superare le crisi del trapianto. Nella manutenzione e costruzione di prati, orti e giardini, poiché riattiva l’attività microbica, alleggerisce il terreno, favorisce la circolazione dell’aria, migliora l’equilibrio idrico. Nella preparazione di terriccio per le piante in vaso.

Dario Ingrassia

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