Coinres: storia di mafia, politica e assunzioni

by Il Grillo di Bagheria | maggio 8, 2013 1:46 pm

Gli ATO della provincia di Palermo, ma in realtà il discorso può essere esteso a tutto il territorio siciliano, si sono trasformati in strutture estremamente burocratiche, gestite senza alcun criterio di efficienza, ed utilizzate viceversa quasi esclusivamente per creare posti di lavoro (in realtà privi di qualsiasi utilità e fonte esclusivamente di costi), per gestire le assunzioni e, più in generale, per creare clientele.

Sono stati registrati diversi casi di assunzioni di persone legate alla criminalità organizzata. Il dato rappresentato è inquietante perché la presenza di un soggetto legato alla criminalità organizzata all’interno di una società d’ambito territoriale può essere il segnale di una forma ben più incisiva di controllo finalizzato ad orientare le scelte in merito alla gestione e tale illecita finalità può essere più facilmente perseguita per il tramite di persone che apparentemente svolgono funzioni di basso livello all’interno della società, ma che in realtà operano nell’ombra a vantaggio dell’organizzazione criminale di appartenenza.

Emblematico è il caso segnalato dal prefetto e dal questore di Palermo, che riguarda specificatamente la società d’ambito territoriale ATO Palermo 4, i cui comuni hanno costituito nel 2002 il consorzio intercomunale rifiuti, energia, servizi (Coinres).

Innanzi tutto, va sottolineato che a partire dallo scorso anno come evidenziato dal prefetto di Palermo nella sua relazione sono emerse in tutta la loro gravità le difficoltà economiche e gestionali del consorzio, determinate dal mancato pagamento da parte della quasi totalità dei comuni consorziati delle somme necessarie per garantire la gestione del servizio affidato al consorzio, che si è quindi trovato ad avere una rilevante esposizione debitoria nei confronti della società AMIA spa. La problematica gestionale del consorzio ha portato poi all’instaurarsi di vertenze con i dipendenti che non hanno percepito regolarmente lo stipendio, sicché hanno effettuato manifestazioni di protesta sospendendo la raccolta dei rifiuti per più giorni, durante i quali la popolazione dei comuni interessati ha dovuto scontare pesanti conseguenze sotto il profilo igienico-ambientale e si sono altresì registrati episodi di danneggiamento ed incendio dei cassonetti.

Nel tentativo di evitare un incontrollabile inasprimento della vertenza, oltre che un’emergenza igienico-sanitaria nei comuni interessati, si sono succeduti nel mese di agosto 2009 diversi incontri tra il presidente della Regione siciliana, il presidente dell’Arra, il presidente della provincia di Palermo e i sindaci dei comuni interessati e si è concordato di ricorrere all’autorizzazione di un’anticipazione straordinaria in favore del Coinres di 3 milioni di euro mediante accesso al fondo di rotazione, destinato a garantire la copertura delle spese inerenti la gestione integrata dei rifiuti nel caso di temporanea difficoltà economica.

Tale intervento ha avuto però solo l’effetto di tamponare temporaneamente lo stato di agitazione, che puntualmente si e riproposto nel mese di ottobre, non essendo in condizione il Coinres di pagare i fornitori, le spettanze dovute all’AMIA e gli stipendi ai lavoratori.

Fatta questa premessa, va sottolineato come i dipendenti del Coinres fossero, alla data dell’audizione del prefetto di Palermo (nel mese di settembre 2009) cinquecentocinquanta.

Ebbene, sulla specifica questione delle assunzioni è stato aperto un procedimento penale presso la procura della Repubblica di Palermo e le indagini sono coordinate dal sostituto procuratore della Repubblica, dottoressa Amelia Luise.

Il magistrato è stato audito dalla Commissione in data 8 giugno 2010 ed ha fornito importanti informazioni in merito alle indagini in corso, che attengono proprio alla illecita assunzione di personale da parte dei vertici del Coinres senza l’osservanza delle procedure di evidenza pubblica che avrebbero dovuto essere osservate.

Gran parte dell’audizione è stata secretata per la permanenza del segreto istruttorio sugli atti di indagare essendo ancora il procedimento nella fase delle indagini preliminari.

Molte delle persone assunte, come dichiarato dal prefetto nel corso dell’audizione, erano parenti di personaggi legati alla criminalità organizzata o sponsorizzati da questi personaggi. Peraltro il Coinres raggruppa alcuni dei comuni a più alta densità mafiosa come San Giuseppe Iato, San Cipirello e Bagheria, dove la mafia è presente da sempre.

Ed ancora, con riferimento al Coinres, sono state evidenziate sia dal prefetto che dal questore di Palermo alcune importanti circostanze che sono evidentemente spie di possibili infiltrazioni della criminalità organizzata nel consorzio.

Il Coinres ha infatti un rapporto di collaborazione con l’impresa individuale Falletta Mariano, con sede legale a Misilmeri, che dal 1982 opera nel settore edile, stradale, effettua lavori di tinteggiatura, realizzazione e manutenzione fognature, smaltimento dei rifiuti solidi urbani e dei rifiuti speciali, sbancamento terra. Titolare dell’impresa è Falletta Mariano, immune da precedenti penali. Il rapporto di collaborazione consiste nel servizio di smaltimento di rifiuti solidi urbani fornendo il servizio di nolo dei mezzi per la raccolta al Coinres, giusta ordinanza n. l8 del 13 marzo 2008 a firma del sindaco del comune di Misilmeri, Salvatore Badami.

Ebbene, l’immobile e il terreno ove insiste l’impresa sono di proprietà di Francesco Lo Gerfo, e peraltro sullo stesso terreno vi è l’abitazione di Lo Gerfo. che risulta anche essere dipendente di Falletta Mariano.

Lo Gerfo Francesco è stato indicato come capo famiglia di Misilmeri, a disposizione dell’allora latitante Sciarabba Salvatore, tratto in arresto nel 2003 e successore di Spera Benedetto alla guida del mandamento. Peraltro lo stesso lo Gerfo Francesco è stato tratto in arresto il 25 gennaio del 2005 per il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso nell’ambito dell’operazione di polizia giudiziaria denominata «Grande mandamento» nel corso della quale erano emersi con certezza rapporti di frequentazione tra Lo Gerfo Francesco e l’allora capo della famiglia mafiosa di Belmonte Mezzagno, Pastoia Francesco.

Ebbene, non solo nell’impresa del Falletta risulta essere impiegato, non si sa bene con quali specifiche mansioni, Lo Gerfo Francesco, ma anche persone legate a quest’ultimo.

Il 21 febbraio 2009 a Misilmeri veniva assassinato in un agguato di stampo mafioso Bianco Piero, dipendente del Coinres con la qualifica di operatore ecologico, nipote di Lo Gerfo Francesco.

In data 5 giugno 2006 il Coinres ha inoltre assunto a tempo indeterminato Zucchetto Gaspare, nato a Palermo il 17 gennaio 1967, anch’egli arrestato nell’ambito dell’operazione «Grande mandamento» per il reato di favoreggiamento personale aggravato dalle modalità mafiose.

Gaspare Lucchetto nella mattinata del 15 maggio 2009 è stato ucciso in un agguato mafioso unitamente a Paolo Lo Gerfo, e nell’agguato è stato ferito anche tale Sciacca Ivan. Sia Gaspare Lucchetto che Paolo Lo Gerfo erano dipendenti Coinres, assunti per il tramite dell’agenzia di lavoro interinale Temporary.

La circostanza particolare, evidenziata dal questore di Palermo nel corso dell’audizione innanzi alla Commissione è che Zucchetto e Lo Gerfo siano stati assassinati mentre si trovavano in un campo a raccogliere le nespole, mentre avrebbero dovuto trovarsi a lavoro.

Sono stati accertati rapporti tra Francesco Lo Gerfo, capofamiglia di Misilmeri, e Zucchetto Gaspare; entrambi poi con Salvatore Sciarabba, noto Latitante capo del mandamento cui appartiene la famiglia di Misilmeri.

Ed inoltre, a rafforzare l’ipotesi della più che verosimile presenza di legami del Coinres con personalità di spicco della criminalità organizzata di stampo mafioso va evidenziato che il consorzio, secondo dati riportati nella relazione predisposta dal questore di Palermo si avvale di mezzi messi a disposizione dalla società Ambiental snc, amministrata da Antonino D’Acquisto, il quale, seppure immune da pregiudizi penali, secondo le risultanze investigative della questura di Palermo risulta avere rapporti diretti con Gioacchino Mineo, attualmente detenuto e indicato nella nota inviata dal questore di Palermo come un «noto mafioso di Bagheria».

Tali circostanze sono state evidenziate in particolare dal questore di Palermo, dottor Marangoni, il quale, rispondendo ad una domanda circa l’interessamento della criminalità organizzata siciliana al business dei rifiuti, ha riferito che, seppure non vi siano “indagini” significative in questo senso (la mafia risulta sempre prevalentemente interessata al traffico internazionale degli stupefacenti ed alla gestione dei grandi appalti pubblici), tuttavia vi sono indicatori di un inserimento della criminalità organizzata nel settore dei rifiuti.

Indicatori che, allo stato, potrebbero non apparire particolarmente significativi, ovvero potrebbero rappresentare la punta di un iceberg rimasto ancora nascosto. Ebbene, gli indicatori rappresentati dal questore di Palermo sono proprio quelli concernenti l’ATO 4 Palermo ed il Coinres, e sono quelli cui sopra si è fatto riferimento.

In merito al coinvolgimento della Temporary spa, agenzia di lavoro interinale attraverso la quale sono avvenute le assunzioni dei soggetti sopra per il tramite di chiamata diretta (circostanza questa evidenziata nella relazione trasmessa dal prefetto di Palermo), il procuratore della Repubblica di Palermo ha dichiarato nel corso dell’audizione che il presidente del consiglio di amministrazione della Temporary, nonché il rappresentante legale ed il datore di lavoro, risulta essere tale Toscano Franco Maria, che non pare essere legato alla criminalità organizzata.

Il responsabile commerciale per la Regione siciliana dell’Agenzia Temporary spa è tale Giordano Orazio, neanche lui noto alle forze dell’ordine.

Il procuratore della Repubblica ha però evidenziato una circostanza, relativa al fatto che il Coinres interpellò tre agenzie di lavoro interinale, di cui due molto note (fra cui la Manpower) e tutte e tre le agenzie si rifiutarono in quanto le modalità di avviamento al lavoro di questi dipendenti non erano regolari, a loro dire. La Temporary invece aderì alla richiesta ed avviò al lavoro i dipendenti.

Quanto alle indagini sugli omicidi, il procuratore Messineo ha di recente rappresentato che le indagini allo stato, non hanno evidenziato una causale diretta riconducibile all’attività del Coinres o al settore dei rifiuti, quanto piuttosto una causale riconducibile a faide tra famiglie mafiose.

Attualmente nel Ooinres si è insediato un commissario ad acta inviato dall’assessore Pietro Carmelo Russo.

Il prefetto vicario di Palermo, dottoressa Francesca Ferrandino, ha dichiarato, nel corso dell’audizione in data 8 giugno 2010, che la prefettura di Palermo monitora costantemente il Coinres sotto il profilo delle certificazioni antimafia, con riferimento a tutte le imprese che operano con il Coinres.

tratto  da “RELAZIONE TERRITORIALE SULLE ATTIVITÀ ILLECITE CONNESSE AL CICLO DEI RIFIUTI NELLA REGIONE SICILIANA”  della COMMISSIONE PARLAMENTARE DI INCHIESTA SULLE ATTIVITÀ ILLECITE CONNESSE AL CICLO DEI RIFIUTI”

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