Contrada Monaco : un’altra incompiuta firmata Comune di Bagheria

by Redazione | agosto 27, 2013 6:50 pm

aerea 1Ai fini della dotazione di uno strumento urbanistico che permetteva la realizzazione di impianti per le attività produttive, artigianali e commerciali, l’Amministrazione comunale di Bagheria l’ 08 aprile 2002 si vedeva approvato con D.D.G. n. 148/DRU del Dipartimento Regionale Urbanistica, il piano particolareggiato per gli insediamenti produttivi, quale prescrizione esecutiva allegata al PRG allora vigente.

Con deliberazione di Giunta comunale (n.128) il 30 ottobre 2008 veniva approvato, in linea amministrativa , il progetto esecutivo per “Opere di Urbanizazione dell’insediamento produttivo, commerciale e fieristico in c.da Monaco”, lo stesso con determina dirigenziale (n. 268 del 05 agosto 2009), è stato riapprovato per un importo di €. 4.706.979,11 di cui €.1.880.580,00 per espropri e relative spese,

I lavori sono stati finanziati dal Patto Territoriale con decreto del Ministero Attività Produttive del 26 febbraio 2004 n. PT 002208.

 I patti territoriali possono essere attivati su tutto il territorio nazionale, fermo restando che le specifiche risorse destinate dal CIPE sono riservate esclusivamente ai patti attivabili nelle aree depresse.

Le norme di attuazione che regolano i Patti Territoriali, quali aiuti di Stato, approvate dalla Commissione Europea nella seduta del 12 luglio 2000 sono contenute nel  d.m. n.320/2000 – Patti territoriali e Contratti d’Area.

L’art. 12 del predetto d.m. recita le linee da seguire in caso di revoca dei finanziamenti, per accertati motivi che riguardino : fallimenti, decorso dei termini per l’ultimazione dell’investimento e mancato raggiungimento dell’obiettivo occupazionale,   a seconda della gravità, gradazione della sanzione (provvedimento di revoca totale o parziale).

Al fine di attuare questo progetto, il Comune di Bagheria ha avviato un procedura di esproprio con immissione del possesso in data 5 marzo 2010, di alcuni fondi agrumetati serviti dal consorzio idroagricolo di Bagheria, con giovane impianto arboreo e regolare impianto irriguo a canalette e pozzetti di raccolta, siti in Bagheria C.da Cordova, destinando solo per alcuni proprietari la somma di €. 28, 19 al mq senza l’applicazione della legge 24 dicembre 2007 n. 244 che ai commi 89 e 90 ha stabilito nuovi criteri per la determinazione dell’indennità di esproprio, mentre per altri più “fortunati” si è arrivati ad un accordo per il pagamento in via transattiva (già avvenuto) di €. 176,00 c.a. al mq . (vedi deliberazioni di giunta municipale).

Gli atti prodromici alla procedura di esproprio venivano impugnati dagli stessi proprietari, in primo grado innanzi al TAR e successivamente con ricorso innanzi al Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Sicilia contro la su menzionata procedure di esproprio, portata avanti ad oltranza dal Comune di Bagheria.

Il Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana in sede giurisdizionale, decidendo sul ricorso in appello n. 1258/2010 Reg. Ric., ha emesso in data 13 dicembre 2012 sentenza n. 329/13 depositata in segreteria il 12 marzo 2013, con la quale ha accolto l’appello dei proprietari nei confronti del Comune di Bagheria, con la relativa ed immediata entrata in possesso dei beni precedentemente espropriati e nel frattempo urbanizzati.

A seguito della sentenza e del rientro in possesso, i proprietari non hanno potuto fare altro che constatare lo stato dell’arte, dove con le opere di urbanizzazione hanno stravolto definitivamente l’aspetto originario, sporgendo denuncia querela, (quindi anche in sede penale),  ai danni del Comune di Bagheria e contro tutti coloro che,  secondo gli stessi proprietari, hanno causato danni patrimoniali e non patrimoniali alle ditte espropriate, configurandosi come grave danno erariale a carico della Pubblica Amministrazione, per avere messo in moto una procedura illegittima sin dall’origine, con notevole dispendio di denaro pubblico .

Per realizzare il progetto di opere di urbanizzazione in quell’area, il Comune di Bagheria ha sostenuto notevoli spese per stravolgere i ridenti agrumeti, coltivati ed irrigati, e ridurli ad un’area amorfa con opere di viabilità incomplete e senza alcuno sbocco come cattedrali nel deserto.

Il danno causato alle rigogliose colture esistenti nei fondi agricoli, è irreversibile ed aggravato dal danno all’ambiente e all’assetto idrogeologico (l’area è ormai soggetta ad allagamenti dovuti agli eventi atmosferici, poichè sono state distrutte le servitù di acquedotto, le saie e le cisterne che provvedevano alla canalizzazione e allo scolo delle acque piovane), obbligando i proprietari alla vendita, vista l’impossibilità di ripristinare lo stato originario.

Ora analizzando bene la vicenda, le leggi ed i fatti accaduti, non rimane che porre alcune domande: perchè la differenza di trattamento nei pagamenti delle aree espropriate, che vede alcuni proprietari pagati €. 176,00 mq invece che €. 28,19 ?   in caso di revoca del finanziamento, vista la traballante situazione finanziaria in cui verte il Comune di bagheria, come potrà ritornare indietro le somme investite ? Chi pagherà l’eventuale risarcimento del danno ai legittimi proprietari ? Perchè non si è prevista un programmazione con la partecipazione dei soggetti interessati, prima dell’inizio delle opere ? Se il nuovo PRG dovesse confermare la destinazione D1 per quell’area, quali saranno le iniziative prese al vaglio dell’Amministrazione Comunale ?

In attesa di un riscontro da parte dell’amministrazione, ci riserviamo ulteriori aggiornamenti.

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