“Atti non parole”. Il M5S Bagheria dopo un sit-in davanti il Comune incontra l’amministrazione

movimento-5-stelle-davanti-comune-360x270Stamattina una delegazione del Movimento Cinque Stelle Bagheria, insieme al Deputato Regionale Salvatore Siragusa, ha organizzato una manifestazione pacifica in Corso Umberto I, di fronte i locali del Comune. La motivazione di questa  protesta è l’inadempienza da parte del Comune per una serie di atti amministrativi richiesti dagli attivisti bagheresi, i quali non hanno avuto risposta a tale richiesta per più di 90 giorni.

Intorno alle 11.00, dopo che gli attivisti, attraverso una rimostranza informativa, comprendente la distribuzione di volantini e la comunicazione delle loro lamentele ai cittadini passanti, Salvatore Siragusa ha fatto una richiesta di accesso ispettivo, che è stata accettata dai funzionari comunali.

A colloquio col richiedente Siragusa una delegazione di attivisti del Movimento che si sono confrontati con il segretario generale Domenica Ficano, il dirigente del settore finanza Vincenza Gattuso, l’assessore Antonio Scaduto e il Presidente del Consiglio Comunale Caterina Vigilia.

 L’amminstrazione, durante l’incontro, ha giustificato la propria inadempienza in quanto l’ente è al momento impegnato nella gestione della delicata situazione economica: la realizzazione del piano di riequilibrio gestito da un settore ad hoc. I dirigenti, quindi non hanno avuto tempo di redigere tali atti. Nessun altro dipendente comunale, infatti, secondo il loro parere, si può occupare di questi atti richiesti dal Movimento Cinque Stelle, in quanto si tratta di documenti di una certa importanza, che richiedono l’esperienza di gente competente. Il Comune, però, con questo incontro, si è impegnato a rispondere in tempi brevi a tutte le richieste possibili, specificando che non tutte potranno essere adempite dal momento che ci sono indagini in corso proprio su alcuni atti richiesti dal Movimento Cinque Stelle.

Gli attivisti bagheresi rimangono in attesa che la trasparenza e l’informazione vengano garantite al più presto ai cittadini bagheresi, in modo da far luce su ciò che accade nella casa comunale.  

Trasparenza, questa sconosciuta. Il Comune di Bagheria non garantisce il diritto di accesso agli atti

30 g buioIl MoVimento Cinque Stelle di Bagheria dalla sua nascita ad oggi ha fatto numerose richieste di accesso agli atti al fine di fare luce su alcune situazioni che appaiono poco chiare.

Soltanto le primissime istanze hanno avuto un seguito, mentre tutto ciò che è stato richiesto in seguito è rimasto inevaso.

Si sono accumulate, così, 11 richieste di accesso agli atti alle quali non è mai stato dato seguito.

 

Ecco ciò che i grillini bagheresi hanno chiesto all’Amministrazione:

1. Elenco contratti esterni ancora in corso, stipulati con società e cooperative;

2. Atti di concessione per occupazioni di suolo, sottosuolo e soprassuolo pubblico; relativa T.O.S.A.P.; copia degli atti di concessione, debitamente firmati dal Dirigente Responsabile, con condizioni e norme alle quali la concessione si intenda subordinata, la durata e la motivazione dell’uso per cui è concesso il suolo o lo spazio pubblico;

3. Progetto esecutivo per la ristrutturazione della Scuola Gramsci e tutti gli atti pubblici inerenti questo intervento ( relazione istruttoria redatta dal RUP del progetto, computo metrico, perizia, ecc..);

4. Mutui e leasing accesi dal Comune nei confronti di terzi;

5. Oneri concessori riscossi e non riscossi; eventuali polizze fideiussorie stipulate ai fini di rateizzazione degli oneri; relative scadenze; note da indirizzare agli enti assicurativi con cui sono state stipulate le polizze, ai fini della riscossione; tutti gli atti relativi agli adempimenti necessari alla riscossione degli oneri concessori residui e propedeutici, con relazione di supporto;

6. Progetto esecutivo per la realizzazione del restauro di Palazzo Butera e relazione istruttoria, relazione dettagliata dello stato dell’arte dei lavori di restauro con particolare riguardo ai lavori dell’ex teatro sito nel corpo basso centrale antistante Palazzo Butera;

7. Piano d’uso degli immobili comunali del Comune di Bagheria;

8. Elenco e relazione del patrimonio immobiliare del Comune di Bagheria;

9. Relazione e copia dei contratti di locazione stipulati dal Comune di Bagheria;

10. Fatture Telefoniche delle utenze mobili e fisse del sindaco e dei consiglieri, con allegato il prospetto delle chiamate e degli sms efettuati per ogni utenza, relativamente agli ultimi 3 anni con annesso contratto di servizio di telefonia;

11. Progetto esecutivo e direzione dei lavori di sistemazione urbanistica del Piano Stenditore di Aspra, Perizia di assestamento; Perizia di variante; nota pervenuta il 07.10.2009 al prot. n. 79136, con la quale si trasmetteva il certificato di collaudo tecnico amministrativo negativo del 16.01.09, e nota prot. n. 82704 del 20.10.09 con la quale l’impresa esecutrice ha contestato il predetto atto nella forma e nel contenuto; ogni atto relativo alle opere necessarie per ultimare a regola d’arte i lavori, che, l’amministrazione, al fine di rendere l’opera completa e fruibile ha provveduto con una integrazione economica, alla realizzazione dell’impianto di pubblica illuminazione approvando il certificato di regolare esecuzione con determinazione n. 162 del 07.07.2011; certificato di regolare esecuzione approvato con determinazione n. 162 del 07.07.2011.

 

Queste richieste sono state presentate per ben tre volte e per ben tre volte sono scaduti i termini.

Vista la non risposta da parte dell’Amministrazione, per legge bisognava presentare ricorso, ma, iIl MoVimento, visti i costi elevati di tale pratica, non ha potuto presentarlo.

“Il Grillo di Bagheria” nonostante ciò,  non ha nessuna intenzione di arrendersi, in quanto ritiene che i cittadini debbano essere informati e che il diritto di accesso agli atti debba essere garantito.

Quanto ci costa la malapolitica: 66 milioni il debito dei bagheresi

dbf3Parte oggi la prima tappa dell’Operazione Verità.

Operazione volta ad esaminare gli atti dell’Amministrazione che hanno determinato dei problemi finanziari all’Ente Di seguito troverete l’ammontare dei debiti fuori bilancio che il Comune di Bagheria ha indicato nel piano di risanamento precedente bocciato dal Consiglio Comunale.

Noi riteniamo che sia nostro dovere informare la cittadinanza sulle reali situazioni dell’Ente al fine di verificare cosa ha mal funzionato ed eventualmente chi sono i responsabili dell’attuale situazione.

“IL VALORE DELLA COERENZA NELLA LOTTA AI PRIVILEGI” BOCCIATA MOZIONE SU ABOLIZIONE PENSIONI D’ORO

pensioni d'oro defSiamo da tempo abituati ad una politica che dice nelle piazze di voler  lottare contro i privilegi, stabilire un sistema di equità sociale, e che poi, finita la campagna elettorale, dimentica quanto ha detto e sceglie di fare altro.

“Se in ogni circostanza non riferirai ogni tua azione al fine naturale, ma compirai scelte e rifiuti con secondi fini, le tue parole e le tue azioni non saranno tra loro coerenti.” diceva Epicuro.

E’ proprio quello che è successo l’8 gennaio alla Camera.

Il Movimento Cinque Stelle ha presentato una mozione che affrontava il tema delle «pensioni d’oro» che è stato più volte oggetto del dibattito politico e più volte i partiti hanno detto di voler abbassare queste pensioni, frutto di un intollerabile privilegio in un periodo di crisi.

Ebbene questa mozione prevedeva, uniformandosi alle indicazioni della Consulta espresse con le sentenze n.223 del 2012 e n.116 del 2013, di abbassare le pensioni d’oro e contemporaneamente di aumentare di 518 euro annui le pensioni minime.

Risultato? Tanti bei proclami da parte di tutti in tutte le sedi: dai social network ai talk show, dalle piazze ai giornali. Si, solo proclami. La Mozione è stata bocciata. Unici favorevoli: i portavoce del Movimento Cinque Stelle alla Camera.

La coerenza, per noi, rappresenta un valore e stabilire un sistema di equità sociale redistribuendo la ricchezza risulta una necessità davanti ad una comunità che non riesce più ad arrivare a fine mese.

La politica, quella con la P maiuscola, deve passare dalle parole ai fatti.

Deve fare comprendere di stare dalla parte dei cittadini, dalla parte di chi soffre, di chi oggi vive in una condizione di precarietà e non riesce più a pagare neppure le bollette.

E’ necessario fare una scelta di campo. Decidere quali sono i soggetti da difendere.

La politica parolaia che dice una cosa per poi fare tutt’altro non serve più.

Non serve al Paese. Non serve alla gente. Non serve decidere di fare il condono sulle slot, non mettere i tetti agli stipendi d’oro e non tagliare le pensioni d’oro.

Quale Italia immaginiamo? Quali spaccati della società vogliamo difendere? Quale Italia stiamo costruendo?

I nostri portavoce hanno scelto di interpretare le ragioni di una base che soffre, che elemosina considerazione, che urla per la disperazione, che si indigna davanti alla tutela dei soliti noti, e piange perché non sa come continuare a vivere.

E’ questa la cittadinanza alla quale abbiamo scelto di dare voce. E lo faremo, ancora, con gli atti futuri consapevoli che saremo isolati. Che quegli atti verranno bocciati per squallidi giochi di potere. Perché in questo momento, per loro, è più importante demolire il Movimento Cinque Stelle che dare la speranza di un futuro migliore e di un’Italia più giusta.

“Non abbiamo paura delle parole dei violenti ma del silenzio delle persone oneste” M.L.King

Il Comune di Bagheria rinuncia alla sperimentazione: controrisposta del M5S Bagheria al sindaco Lo Meo

controrisp lmGeneralmente non amiamo controreplicare ma in questo caso ci sembra doveroso farlo perché il Movimento Cinque Stelle Bagheria è stato accusato dal Sindaco Lo Meo di avere innescato una polemica strumentale.
Onestamente noi abbiamo tentato solo di fornire un’informazione sullo stato di avanzamento di due dei progetti di cui l’Amministrazione si era in passato fregiata considerandoli fiori all’occhiello di un processo di innovazione tecnologica che andava verso l’ecosostenibilità.
Ecco perché respingiamo al mittente queste accuse. Avremmo preferito non elencare ciò che i nostri attivisti, col supporto dello staff del gruppo parlamentare all’Ars, hanno fatto.
Avremmo voluto non dovere sottolineare come riteniamo che sia un nostro dovere civico informare e non disinformare i nostri concittadini perché non abbiamo bisogno di applausi ma vogliamo semplicemente rendere un servizio.
Purtroppo dopo l’attacco, quello si strumentale, ricevuto dal capo dell’Amministrazione abbiamo scelto di spiegare a lui e a tutti cosa significhi esercitare un dovere civico nei confronti della propria città.

Lo stato Italiano e la violenza di genere



Romina Aiello a 5 stelleDi recente non si fa altro che parlare di violenza di genere e l’istituzione della giornata contro la violenza sulle donne ha portato nel web, nelle sale e nei palazzi fior di riflessioni sui modi e sulle poss
ibilità che esistono per contrastare un fenomeno che, ahinoi, non è una novità del nostro tempo ma piuttosto un retaggio culturale.
Il frutto di un sistema che ancora oggi, nei nostri civilizzatissimi paesi, educa bambini e bambine ad una differenza sostanziale basata sul genere e non sull’individualità e legittima comportamenti che sono chiaramente spie di una cultura che di abbandonare certi retaggi non ne vuole proprio sapere.

Ma come contrasta la violenza lo Stato Italiano?
Con cinque inutili articoli di legge passati con “urgenza” insieme ad altri temi scottanti quali la tav e le Province, questa è la risposta Italiana alla violenza di genere.
Non con la cultura, non con i servizi, non con la scuola e con l’educazione.

Viviamo in uno stato di stampo prevalentemente patriarcale che si ritrova ad essere agli ultimi posti su ogni statistica di livello europeo per ciò che riguarda i servizi alla famiglia.
In Italia i servizi alla famiglia li svolgono le donne: le donne sono i nostri servizi sociali in caso di figli, disabilità e anzianità.

In Italia una donna non è libera e non è libera perchè deve pensare a svolgere tutti i servizi che le sono assegnati dallo Stato e dalla società e se vuole un minimo di autostima e di riconoscimento deve anche lavorare (o studiare), subendo, a torto o a ragione il senso di colpa per le persone che mentre lavora sta abbandonando -siano essi mariti, genitori anziani o figli.

Una donna che lavora in Italia ha “le palle”, cioè è simile all’uomo, ma siccome è donna per definizione deve essere anche più virtuosa, più dolce, più tenera, più comprensiva, più attenta, più buona e soprattutto più fragile.
E siccome la donna è fragile è vittima di violenza, anche da parte dello Stato che continua a tenerla in questa condizione di inferiorità, in un limbo in cui in un momento è l’eroina dei tempi moderni che si destreggia tra palestra, figli, marito, lavoro e genitori e nel momento in cui sbaglia è la madre distratta, la moglie trascurata, la figlia ingrata, quella che non sa guidare o la solita femminuccia che pensa sempre ad altro sul lavoro.

Alla base delle violenza fisiche c’è un sistema che vorrebbe risolvere un problema prodotto al suo interno senza modificare se stesso. Infatti le violenze che si perpetuano oggi ai danni delle donne non sono solo fisiche, vi è una mancanza sostanziale di diritti anche nello Stato che ha appena ratificato la convenzione di Instanbul e che oggi pensa di tutelare le donne aumentando le pene.
Lo stesso Stato multato dall’Unione Europea per le carceri che scoppiano e che sta pensando all’amnistia per risolvere quest’altro problema, ovvero rimettendo in libertà gli stessi che condanna.

Ebbene questo è lo Stato che fa la legge per mandare gli uomini in “paternità” ma non ha ospedali che possano accoglierli quando la moglie partorisce, la quale è comunque costretta a ricorrere all’aiuto di mamme, sorelle e amiche perchè gli uomini non possono rimanere ad assistere le mogli per poter tutelare la privacy delle altre due o tre donne che dividono la stanza con lei.

E’ lo stesso Stato che negli anni settanta ha istituito i consultori ed ha approvato l’aborto salvo poi inventarsi l’obiezione di coscienza, quasi stessimo parlando di un omicidio premeditato.
Istituto praticato oltre i limiti di ogni legge vigente pure se devono prescriverti un anticoncezionale o la pillola del giorno dopo, quando la “vita” ancora neanche c’è, costringendo spesso le donne a girare come delle trottole per poter affermare il proprio diritto all’autodeterminazione vedendosi giudicate di guardia medica in guardia medica, da consultorio a consultorio da uomini e donne che neanche sanno perchè si trova là a chiedere quello che sta chiedendo.

E’ lo stesso stato che invita le donne a rimanere a casa ad accudire i propri genitori anziani consolandole con un misero assegno di cura (altrimenti detto accompagnamento), istituto inventato per mettere a tacere un pò di chiacchericcio, dare il contentino alle femministe di turno e non sopperire al proprio dovere di prendersi cura della propria fascia di popolazione più debole.

E’ lo stesso stato che sulla carta garantisce livelli essenziali di assistenza ma li subordina alla necessità ed alle spese degli enti i quali possono scegliere se finanziare un asilo nido, un servizio di assistenza ai disabili, un servizio di assistenza domiciliare o uno sportello antiviolenza, ma se nel frattempo hanno dilapidato ogni loro bene, questi servizi passano in secondo piano, in barba ad ogni diritto di autodeterminazione, al lavoro e all’assistenza.

E’ lo stesso stato che ti manda in maternità e in malattia ma ti riduce lo stipendio.

E’ lo stesso stato che per aumentare la natalità al proprio interno anzicchè favorire la nascita di asili nido per avere donne autonome dalle famiglie e dai mariti dandogli la possibilità di cercare e trovare un lavoro ti dà il bonus bebè.
Un’altra elemosina legalizzata elargita senza alcun criterio, a pioggia, fintanto che c’erano i soldi, purchè si stia a casa.

Volendoci fermare dal proseguire un elenco che potrebbe rivelarsi davvero molto lungo, l’unica riflessione e la domanda che sorge spontanea è : ma davvero lo Stato e la Società Italiana vogliono fermare la violenza di genere?
Perchè allora non cominciamo dalle basi del diritto?
Ciò che bisognerebbe fare sarebbe applicare quel principio introdotto dall’articolo 3 della nostra costituzione secondo cui :
“È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale,che, limitando di fatto la libertà e la uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.

C’è la violenza del retaggio, che dobbiamo combattere con l’educazione in un sistema coerente con quanto afferma, la violenza della follia, che dobbiamo imparare a riconoscere e ad allontare quanto prima, e c’è anche la violenza dello Stato, che diventa di riflesso violenza della società.
Non bisogna solo esortare le donne a denunciare, bisogna poter dare loro un sistema disposto ad accoglierle anche quando sono da sole senza che debbano fare il doppio o il triplo dello sforzo rispetto ad un uomo.
Non ci servono eroi che salvano o eroine che muoiono di botte o di stress, ci servono cittadini liberi, educati e consapevoli.

Romina Aiello

Il Comune di Bagheria dopo la denuncia del M5S applica il principio di trasparenza ma rimangono occulte ancora due determine. Perché?

1Nei giorni scorsi il Movimento Cinque Stelle di Bagheria ha divulgato un comunicato stampa per denunciare la non applicazione, da parte dell’amministrazione comunale, dei principi di trasparenza nei confronti dei cittadini, in quanto non risultavano pubblicate, nell’albo pretorio del Comune, determine sindacali ( n. 5, 6, 7, 12, 26, 28, 30, 32, 33, 34, 38, 42, 46, 49 di quest’anno, che risalgono anche a gennaio di quest’anno e dunque non recentissime).

A tal proposito, però, siamo lieti di appurare, che dopo la nostra denuncia, l’amministrazione ha accolto la nostra richiesta di trasparenza e comunicazione verso i bagheresi.

Risposta al sindaco Lo Meo: non può fare ricorso al TAR

giudice-ricorso-accoltoIl sindaco V.zo Lo Meo ha affermato che non vi sono novità sostanziali in merito a quanto comunicato dalla Corte dei Conti nel dispositivo emesso circa un mese fa.
Ci permettiamo di dissentire non nel merito ma nel contenuto.

Il Comune di Bagheria sta rispettando le norme di COMUNICAZIONE e TRASPARENZA?

Le Pubbliche amministrazioni hanno l’obbligo di essere trasparenti nei confronti dei cittadini e della collettività. La trasparenza è uno strumento essenziale per assicurare i valori costituzionali dell’imparzialità e del buon andamento delle pubbliche amministrazioni, per favorire il controllo sociale sull’azione amministrativa e sul rispetto del principio di legalità. L’utilizzo delle tecniche di comunicazione, correlate a questo principio, diventa quindi essenziale.

Terzo settore, Politiche Sociali e crisi economica: cosa accade nel distretto 39 alla vigilia della stesura del nuovo Piano di Zona?

Era il lontano 2000 quando, finalmente veniva approvata la legge di riforma dei Servizi Sociali, infattids39 fino ad allora tale sistema veniva regolato principalmente dalla legge Crispi, risalente niente di meno che al 1890, e da varie leggi e leggine regionali che creavano un quadro piuttosto variegato di situazioni in tutta Italia.

Accolta con grande entusiasmo in ogni angolo del paese, la legge 328 aveva il fascino della rivoluzione. In essa infatti sono contenuti principi come quello di sussidiarietà e di governance dal basso, venivano finalmente stabilite le competenze dei vari enti locali, si lanciavano idee e si introducevano i voucher e con esso il concetto di diritto alla prestazione e il diritto dell’utente di scegliere, si stabilivano principi di trasparenza e comunicazione, si parlava di carta dei servizi e di bilancio sociale.

Si introducevano strumenti di lavoro come il Piano di Zona, che portava con se i concetti di programmazione, progettazione e governance del sistema, cercando di lasciarsi alle spalle quel lavoro sull’urgenza e quell’assistenzialismo che da sempre ha caratterizzato i servizi sociali del nostro paese.

 

Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti e possiamo certamente affermare che il quadro siciliano è piuttosto desolante. Queste idee rivoluzionarie spesso e volentieri si sono infatti scontrate con la mala politica, gli interessi personali di associazioni, cooperative e progettisti, con la mancanza di personale tecnico, o semplicemente con la paura di cambiare procedure e modalità operative.

 

Tralasciando il piccolo dettaglio che vede la Regione Siciliana operare con lo strumento dei Piano di Zona pur non avendo mai ufficialmente recepito la legge e tralasciando la triste storia che vede molti comuni siciliani, tra cui il Nostro, quasi perdere il finanziamento dei suddetti piani per semplice inerzia, vogliamo oggi parlare di quello che accade nel nostro distretto. Sono passati tredici anni, tre indici ragionati per la stesura del Piano di Zona ed una grande crisi sta prendendo il sopravvento andando a colpire un sistema già fallimentare poichè ha visto una governance che in qualsiasi modo può essere descritta, ma che non è la governance auspicata dalla 328/00, nè tanto meno dai vari indici che si sono susseguiti.

 

Succede che, negli anni, e come spesso accade nel nostro amatissimo comune, gli impiegati abbiano valutato di non poter svolgere questo nuovo compito senza che gli venisse riconosciuto un “extra” e succede che 180.000,00 euro, poi diventati 144.000,00 in seguito a pressioni da parte del terzo settore, vengano messi in conto per un’azione di “sistema” che assegna ad alcuni dipendenti dei comuni del distretto 39 (Bagheria capofila, Ficarazzi, Casteldaccia, Altavilla e Santa Flavia) oltre all’extra in questione, anche dei compiti: compiti assegnati dai vari indici al già gruppo piano…

E così con la connivenza della Regione Siciliana, che ha il compito di approvare i Piani, e di tutta la politica del distretto, succede che 144.000,00 euro vengano strappati ad un possibile servizio…Affido? Mediazione? Spazio Neutro? Soluzioni per i disabili? Ma no!Meglio fare un regalo ai dipendenti comunali che in fondo lavorano tanto…

 

E sarebbe poca cosa se in effetti questo lavoro venisse svolto con un pò di buon senso e professionalità. Perchè oggi, dopo 13 anni dall’emanazione della legge rivoluzionaria, che prevedeva un sistema di governance dal basso con un ruolo preminente assegnato al terzo settore, che prevedeva trasparenza e partecipazione, che assegna un ruolo centrale ai professionisti ed a chi concretamente si occupa dei bisogni, la situazione non è affatto mutata.

Infatti, appendice di una governance dal basso, dovrebbe essere prima di tutto una rappresentanza concreta delle diverse realtà presenti sul territorio ed in secondo luogo un coordinamento che metta in rete tutte le associazioni del distretto e dia voce alle loro idee, iniziative, ed alle loro soluzioni, e tutti sappiamo quanto c’è bisogno di soluzioni oggi.

Lo dice il buon senso, lo dice lo stesso concetto di Governance dal basso, ma lo dicono principalmente e già dal lontano 2003 le Linee guida della Regione.

Ma non c’è nessun coordinamento, il rappresentante dell’associazionismo è là da dieci anni e nessuno si è chiesto se per caso nel frattempo qualcosa fosse cambiato, spariscono azioni nel nulla con rimodulazioni che fanno perdere tempo ai servizi, si fanno regolamenti che vengono secretati ai più, e accedere a dei semplici atti è un impresa ardua quasi fossero un segreto di stato…

 

Oggi più che mai c’è bisogno di dialogare, di mettersi in rete e di unire le forze.

Oggi non bisogna parlare di spartizioni, ma di ciò che è bene per i nostri comuni e per la gente che ci vive e che li vive.

Oggi la trasparenza, l’efficacia e l’efficienza devono tradursi in azioni concrete e non rimanere carta straccia.

Oggi è necessario dare una rappresentanza maggiore agli enti del terzo settore che giornalmente si confrontano con i bisogni della gente, espressi ad un’istituzione sorda, ma anche impotente, e, se non è chiedere troppo, magari, non far passare dieci anni prima di sostituirli con altri.

Oggi, che i soldi sono diventati pochi, la nostra preghiera si rivolge alla politica locale, affinchè impedisca il reiterarsi di certi comportamenti.