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Decreto IMU – Bankitalia: quello che molti giornali non dicono

bankitaliaMercoledì 29 Gennaio alla Camera il governo tenta di far passare il Decreto IMU, ma il M5S si oppone, perchè?

In realtà dentro questo decreto oltre all’abolizione della seconda rata dell’IMU, troviamo un provvedimento che “regala” 7 miliardi e mezzo alle banche private. Come è noto, la Banca d’Italia, pur essendo un ente Pubblico, non è di proprietà pubblica, ma di un board di azionisti privati che grazie a questo decreto hanno visto rivalutate le loro quote azionarie da 156mila euro a 7,5 miliardi di euro. Nulla di male, se non fosse che questo aumento di capitale non è a carico dei soci azionisti (come dovrebbe avvenire in una società privata), ma a carico delle riserve dell’istituto di via Nazionale, ovvero di riserve pubbliche.

Ne consegue che gli azionisti principali non sborsano un euro e si trovano invece ingenti somme in attivo.

I deputati del Movimento 5 Stelle facendo opposizione costruttiva, hanno proposto di differenziare la questione dell’IMU dal finanziamento-vergogna. La proposta è stata rispedita al mittente e il M5S, pur di opporsi a questa vergogna inizia un (c)ostruzionismo, in modo da guadagnare tempo e far decadere il decreto.

A poche ore dalla scandenza del decreto la Boldrini compie un’azione senza precedenti nella democrazia italiana: mette il bavaglio all’opposizione, non permette più interventi e passa direttamente al voto, minacciando di applicare questo metodo su tutti i prossimi decreti: la Boldrini adotta la “ghigliottina”.

L’istituto della ghigliottina è previsto soltanto al Senato, normato dagli art. 78 Comma 5 e art. 55 Comma 5 del regolamento. Non è invece previsto in quello della Camera, pertanto questo gesto si trasforma in un atto d’arbitrio. Non a caso, non si è mai verificato che un presidente della Camera ne facesse uso. La presidenza della Camera non ha nessun obbligo verso le esigenze, le priorità o i pasticci del governo. Quindi resta da chiedersi, questo atto ha legittimità istituzionale?

In seguito a questa decisione i deputati del M5S scendono dai banchi del parlamento con le mani alzate e tentano di occupare simbolicamente gli scranni del governo, esponendo striscioni e mettendosi dei bavagli. Nella confusione, una deputata del M5S, Loredana Lupo, viene picchiata in volto e spinta con forza da un questore, Stefano Dambruoso.

Nel frattempo il resto della maggioranza composta da quasi tutti gli altri partiti presenti in parlamento approva la legge-vergogna cantando “Bella Ciao!”.